IL TAVOLO

progetto a cura di Federica Tardito

con la collaborazione di: Enrica Brizzi, Carlo Cantono, Cristina Conti,
Pasquale Dominelli, Olimpia Fortuni, Flavia Marini, Alice Milani, Carlo Oddi,
Pietro Piantedosi, Aldo Rendina, Enrico Tedde e Federica Tripodi


IL TAVOLO

IL TAVOLO è un’esperienza performativa partecipata, un sistema scenico che esplora le dinamiche della connessione umana attraverso il linguaggio del movimento danzato. La scena si apre su un tavolo, elemento simbolico e concreto, centro gravitazionale e invito all’azione. Intorno ad esso i corpi si muovono come frammenti di un tempo rubato alla gioia, evocando legami familiari, memorie e rituali dimenticati.

Un’ anziana donna osserva, immobile e intensa, nel suo essere ricorre il tempo: ricordato, attraversato e riaffiorato; dona ricchezza di chi porta memoria, dona il sapere agli occhi di chi guarda.

Una particolare mise en place dove tutto si mescola, l’aria si fa spazio attivo tra i corpi e il quadro si dipinge all’interno della sua cornice, generando un campo di accadimenti dove ogni gesto, anche quello inatteso, diventa elemento compositivo di una partitura non pre-vista. Al centro dei tableaux vivants in continua trasformazione, altro ancora si muove in una diversa forma di sorpresa: la pratica dell’attesa, del so-stare e del pazientare, azioni tutt’altro che passive, piuttosto trampolini per posture etiche e artistiche. 

IL TAVOLO è così il pretesto per cooperare e ri-accendere le radici della relazione e dell’agire condiviso. Si intuisce il profumo di un “insieme” al quale non si può comandare con il proprio individuale volere, ma a cui si può solo prestare servizio rinnovando la condizione per essere pronti, preparati a perdere il proprio “poco”, in uno sgambetto nel vuoto che precede il lasciar(si) fare. Forse ritrovandosi pieni a mani vuote. 

METODOLGIA DI LAVORO
I corpi orientati nella dissolvenza dell’essere protagonisti del proprio interesse, riaccendono il desiderio dell’altro per ritrovarlo al proprio fianco, immersi in un’ azione che non permette linearità, prevedibilità o controllo. Un atto che ha come principi il condurre e l’essere condotto, sperimentato in gruppo, offre il dono di un procedere che sconfina la consequenzialità della regola, rimanendo disponibile ad un disegno che emerge e si auto-compone secondo l’ordine di un caos apparente.

Esplorando i limiti di una regola unica e concordata,  che guida la ricerca senza mai prescriverla, i corpi si danno il permesso di abitare, di volta in volta, una presenza in scena che, partecipando alla complessità, li trasforma in co-autori e co-autrici di una visione più ampia, forse quantica, dove piani temporali e dimensionali, smarginandosi, si sovrappongono e si ridefiniscono. 

UNA PARTICOLARE COMUNITA’ PARTECIPATA
Con il desiderio di allestire una comunità in divenire il progetto si nutre, per essere, della partecipazione attiva e trasversale di dodici performer, tra professionisti e amatori, provenienti da esperienze e background molto differenti. Questa pluralità costituisce la linfa del processo artistico e relazionale, mettendo in luce una coabitazione dinamica e biodiversa, capace di alimentare un sistema autopoietico, in cui ogni elemento agisce e reagisce in interdipendenza con gli altri. 

IL TAVOLO  riflette, così facendo, per via indiretta, un disegno politico che non vuol dar retta all’azione avventata di far tutto da sé e per sé, per abbracciare una logica alternativa, di coabitazione e cooperazione, capace di accogliere le differenze nella rinascita di un tempo e di uno spazio comuni. 

Come una celebrazione fiduciosa del “non sapere” Il Tavolo propone il lasciar immaginare un fiorire condiviso, nella bellezza di una danza che non appartiene più a nessuno, ma a tutti quanti insieme. 

Giace per altro nel cuore del progetto l’anelito ad includere nella materia esperienziale del lavoro la partecipazione di altre persone, altre comunità, altre differenze, immaginando  incontri aperti alla cittadinanza.

Scritto in collaborazione con Alice Milani, Olimpia Fortuni e Flavia Marini

Cv artisti

Foto di Marko Tardito